21/05/2016

Funerali di Giovanni Paolo II

IL NUCLEO DI PROTEZIONE CIVILE DELL’INPDAP AI FUNERALI DI PAPA GIOVANNI PAOLO II.

UN INASPETTATO DEBUTTO OPERATIVO.

Ci siamo trovati quasi casualmente per le strade di Roma proprio nei giorni che hanno preceduto e visto realizzarsi i solenni funerali di Papa Giovanni Paolo II.

Nessuno tra i volontari, poteva immaginare che soltanto pochi giorni dopo il riconoscimento ufficiale del gruppo di pronto intervento, si potesse essere chiamati a sostenere un compito così impegnativo.

Un inaspettato debutto del Nucleo di Protezione Civile INPDAP a fianco delle tante e più esperte realtà che compongono da anni il variegato panorama del volontariato per l’emergenza.

Certo già una piccola anteprima c’era stata offerta in passato, in occasione del terremoto che aveva scosso il Molise alla fine di ottobre del 2002, quello tristemente ricordato per i bambini S. Giuliano seppelliti dal crollo della scuola “Francesco Iovine”.

Come al solito la risposta dei nostri colleghi diede sostanza alla sottoscrizione lanciata dal Cral.

I pochi che allora seguivano la costituzione del Nucleo di Protezione Civile presero contatto con un’altra scuola lesionata a Petrella Tifernina, un comune compreso nell’area sinistrata  e, grazie anche all’opera del coordinatore Cral di Campobasso, dopo un anno, siamo riusciti ad inaugurare il laboratorio tecnico, dotandolo di postazioni informatiche e videoproiezione, frutto della partecipazione solidale del personale dei nostri Uffici.

La cerimonia di inaugurazione resterà impressa nell’animo di chi era presente per l’emozione trasmessa dai giovani studenti molisani attraverso la genuinità della loro partecipazione emotiva.

Questa volta è però diverso, c’è un gruppo costituito, ci sono state adesioni in tante sedi provinciali e di colpo dalla teoria alla pratica, trenta colleghi tra quelli che sono riusciti a rispondere alla chiamata, si trovano riuniti sotto il tendone del coordinamento generale, mentre i responsabili nazionali, da Bertolaso in poi, sgranano disposizioni, strategie e raccomandazioni per essere operativi.

Adesso si può finalmente dire che è terminato l’iter di riconoscimento del Nucleo, un faticoso viaggio durato più di due anni tra scartoffie, norme e leggine.

L’appuntamento in cui ci troviamo quasi catapultati è importante, qualcuno lo definisce storico: dobbiamo cercare di dare il giusto contributo alla città di Roma per sostenere l’abbraccio anche troppo vigoroso che fedeli, pellegrini e curiosi daranno con la loro presenza.

Nessuno sa se la città sosterrà la pressione, tutti però conoscono l’impegno che è richiesto: il massimo che si può dare, nelle 8 ore di servizio ordinario e, se serve nelle ore che seguono, in un turno senza soluzione di continuità.

Qualche nostro collega, che vive in altre Città, pur se iscritto alla Protezione Civile INPDAP,  non può essere con noi perché ancora non siamo in grado di risolvere alcuni problemi logistici, ma sarà sicuramente al nostro fianco in altre occasioni future.

Con le istruzioni arriva l’assegnazione della competenza.

Ci viene assegnata la Stazione Ostiense; uno snodo cruciale dopo la chiusura della Stazione San Pietro e dopo che le prime vere notizie hanno fatto saltare qualsiasi prudente stima iniziale di affluenza: arriveranno decine di treni speciali, quasi tutti dalla Polonia e bisognerà avviare i pellegrini ai bus navetta dell’ATAC che li condurranno al Circo Massimo, con ordine, rifocillando i viaggiatori, ma evitando la sosta in stazione che diverrebbe soffocante per la struttura.

Ha quindi preso avvio una esperienza unica fatta di incontri con persone straordinarie per la capacità di sopportare i disagi  e la determinazione ad esserci e della condivisione con altri volontari  che da tutta Italia provavano l’essenza del servizio on the road  che comincia al primo chiarore dell’alba e prosegue immergendosi nelle luci della notte romana, che scarica i rumori di un giorno frenetico, modernamente disordinato e si riappropria di un respiro lento più noto agli antichi monumenti che guardano sin troppo pazienti.

Non raccontiamo quello che abbiamo visto e fatto attraverso gli occhi della Fede che rimane nella considerazione del Mistero Divino, una convinzione intima e personale anche se vissuta in comunione con altri.

Raccontiamo invece della solidarietà allegra, della lena con cui uomini e donne, giovani ed adulti hanno rinunciato al riposo, senza dar peso alla fatica per aiutare, indicare, sostenere altri giovani ed adulti, uomini e donne che da tutto il mondo continuavano ad arrivare.

Non solo i volontari della Protezione Civile nelle loro fosforescenti tute o gli scout dai colorati foulard, ma lavoratori e lavoratrici della Met.Ro, dell’Atac, della Cotral, di Trenitalia che si sono trattenuti ben oltre l’orario di lavoro, spesso senza alcun compenso.

Scambi, chiacchere tra lingue diverse normalmente difficili, possibili se invece si possiede  una mimica ed una gestualità che fa da traduttore ed interprete. Scene di varia umanità che si ripetono e ti coinvolgono , come sentire il borbotto paziente, ma severo in romanesco dei controllori degli autobus, che convincevano i fedeli a seguire alla lettera i percorsi studiati ed approntati, condito della tradizionale bonomia un po’ scettica, sempre disincantata, senza fronzoli.

Mentre il sagrato di San Pietro, affollandosi, ripreso la mille televisioni, diveniva la piazza virtuale di una città grande quanto il mondo.

Un evento che non ha destato grandi problemi non solo per l’accurata organizzazione messa in piedi dalle Forze dell’Ordine, dai gruppi di volontari, dalle Istituzioni, ma anche dalla Città comune, che come suo costume ha preso dalla sua dote la pazienza e la disponibilità a risolversi i problemi rispedendo così al mittente le banali, rozze, superficiali osservazioni sulle differenze nell’efficienza , sui particolarismi e sui campanili che dividono e che qui al contrario hanno unito.

Infine un piccolo racconto, un micro-episodio, uno dei tanti, vissuto all’interno di un grande contenitore di emozioni, dibattiti, curiosità giornalistiche ecc..

A sera inoltrata, verso le 21.00, davanti la Stazione Ostiense arriva un ragazzo che avrà avuto 16-17 anni, polacco, che aveva perso a San Pietro il gruppo di amici con cui era venuto a Roma, ricorda però che il punto di accoglienza era Fiera di Roma.

Con un’auto, insieme all’interprete volontaria, una ventenne che scopriamo lavora come badante a Roma e che la Comunità polacca ha voluto mettere a disposizione dei pellegrini, proviamo a fare una ricerca nel centro di accoglienza sulla Cristoforo Colombo.

Ritroviamo, nella confusione dei visitatori, a notte tarda il gruppo dei ragazzi tutti della stessa età.

Giovani che ci dicono di aver visto in TV  le immagini del Papa defunto e di aver deciso all’istante di partire e con 10 euro in tasca, in autostop, dal sud della Polonia, attraversando Repubblica Ceca ed Austria, sono arrivati percorrendo l’Italia fino a Roma.

Nessuna sicurezza, solo la caparbietà di questi poco più che adolescenti, che mischiando desiderio di avventura e devozione si sono sobbarcati tre giorni di viaggio imprevedibile.

Naturalmente colpiti dalla loro forza, abbiamo pensato di sostenere e rendere migliore il soggiorno a Roma dei ragazzi, chiedendo alla giovane interprete di aiutarci nel dialogo, con sorpresa la quasi coetanea, con grande dolcezza, ma con altrettanta fermezza ci dice che sono suoi connazionali, e che quindi spetta a lei a porgere loro un aiuto….. cosa che fa, accompagnando il gesto discreto con una carezza e, dopo aver sussurrato parole di augurio in polacco, ha stampato uno spontaneo bacio sulla guancia del ragazzo divenuto per questo dello stesso colore delle vesti dei cardinali che di lì a poco sarebbero stati protagonisti, in attesa del nuovo Pontefice.

Salutando con ammirazione tanta motivazione ideale e l’educata determinazione di questi ragazzi, abbiamo di nuovo risentito una lezione ripetuta e mai a sufficienza: si va ad operare nel volontariato convinti di poter dare il meglio e si torna con la consapevolezza di avere  ricevuto sempre molto di più.

Sergio SARROCCO